METE, attraverso la sua Presidente manifesta solidarietà alla popolazione femminile del Paese afghano, tornato a vivere negli inferi. Significativo aver issato, in una prima fase la bandiera nei pressi dell’Università, per poi essere collocato nel Palazzo Presidenziale.
Condizione drammatica per le donne afghane, considerate bottino da guerra.
Nonostante il portavoce dei talebani affermi che le donne non devono spaventarsi, intanto, si cancellano i volti delle donne da un salone di bellezza, si chiede di non farle recare a lavoro, di nascondersi il luoghi segreti.
In ogni città e villaggio gli Imam hanno avuto l’ordine di compilare la lista delle donne non sposate, saranno subito messe a disposizione dei comandanti dei vari battaglioni.
Ed allora, siamo ribelli nella letteratura, nelle professioni, nei diritti, siamolo anche per loro. E facciamolo, diffondendo amore.
E’ la cultura che spaventa la crescita del mondo, l’istruzione. Non abdichiamo mai.
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