Quando ci si approccia a culture altre da sé il rischio è di cadere nel giudizio e pregiudizio oppure nel buonismo secondo cui tutto sarebbe giustificato dalla tradizione alla cultura.
La violenza di genere e la costrizione non hanno giustificazione.
Una grande confusione poi si innesca tra il concetto di matrimonio combinato e la realizzazione di un matrimonio precoce e/o forzato.
Viaggiando ho avuto modo di assistere a molti matrimoni combinati, mediati e gestiti dalle famiglie attraversando ritualità culturali e tradizionali che rendevano orgogliosi tutti gli attori, soprattutto trepidanti gli sposi.
Con molti di questi sono ancora in contatto e vivono una vita sana, felice e fiera.
Diverso è il matrimonio forzato, in cui attraverso l’inganno, la violenza, il raggiro vengono forzate bimbe, ragazzine e giovani donne a sposare uomini più grandi per un puro e mero interesse familiare.
Ma non cadiamo nel pregiudizio pensando sia una realtà che riguardi solo le donne.
Ho incontrato anche uomini costretti a sposare una cugina lontana, una cognata vedova, rinunciando magari ad un proprio amore a cui la famiglia si opponeva.
C’è chi frattura incontrando una strada in salita e c’è chi invece subisce la scelta con le conseguenze successive.
Ho incontrato padri divenire loro poi i difensori delle scelte di divorzio delle figlie di fronte a mariti inadeguati e di conseguenza interrompere, dopo tale esperienza, la modalità forzata con le altre figlie minori.
È importante parlarne, continuare a mettere focus e battagliare su tale argomento perché nessuna donna si trovi costretta ad una forzatura che compromette la sua vita ma che rende poi infelici tutti attorno, compreso i futuri figli.
Parlarne ha portato ad altre donne come Tania a condividere un’esperienza e soprattutto a donare una speranza.
Femminicidi e delitti d’onore sono da combattere ogni giorno.
Noi, con il nostro impegno quotidiano, fatto di operatività, campagne informative, progetti, ascolto e sensibilizzazione ci proviamo.